Padovana, ha 24 anni e da 12 gioca a calcio: é Elena Michelotto, prima punta del Vicenza Calcio Femminile.
Ha conseguito la laurea triennale al DAMS di Padova due anni fa e, in attesa di frequentare la magistrale in Arti visive a Bologna, lavora in una stazione di servizio in zona industriale a Padova.
“Il calcio mi piace da sempre, è la mia passione – racconta Elena – e quando é così credo sia una cosa innata. Mi piace giocarlo: mi sento parte di una squadra dove ci si impegna tutte per lo stesso obiettivo, e tutta la fatica è (quasi sempre) ripagata! Mi piace un sacco correre veloce! E quando la propria squadra segna un gol, credo sia una delle emozioni più belle che si possono provare!”
In quali squadre hai militato?
“A Padova ho giocato al Crocefisso, all’Esedra, al Bassanello Guizza in serie D, al Pontevigodarzere prima in D e poi in C. Poi per due anni a Trevignano in C ed in B ed ora Vicenza!”
Qual è stata la tua partita più bella?
“Difficile sceglierne una: a Trevignano sono state quasi tutte speciali. Se dovessi proprio scegliere, direi quella in cui abbiamo vinto il campionato di serie C il primo anno, la partita in cui abbiamo vinto 1 a 0 contro il Mestre l’anno scorso e quella a Jesi in cui ho segnato il gol del pareggio che ci ha fatto salvare, sempre lo scorso campionato!”
E qual è stato il match più sofferto?
“Credo sempre la partita vinta 1 a 0 contro il Mestre lo scorso anno, forse vista la rivalità che c’era tra le due squadre”.
Chi è il tuo più grande tifoso?
“In realtà non saprei: quello che so è che la mia tifosa preferita è la Raffi!!! La mamma di Federica Corrò”.
Cosa diresti a una ragazza che sta iniziando a giocare a calcio?
“Le direi che, soprattutto crescendo, non sarà facile conciliare i propri impegni con gli allenamenti, le trasferte e tutto il resto. E che magari a volte, d’inverno, quando fa freddo e piove e la sera sarà stanca potrà pensare “Ma chi me lo ha fatto fare?”… Il calcio femminile non è considerato alla pari di quello maschile e anche ai nostri livelli ha pochissimi sostegni economici… Dovrà magari giocare in campi pessimi, cambiarsi in spogliatoi terribili e, probabilmente, dovrà ritenersi fortunata quando riceverà un rimborso spese! Ma se ha questa passione non la deve abbandonare mai, perché è una delle cose più belle che ci siano! E questo andrebbe detto anche a molti genitori che fanno ancora fatica ad accettare che a una figlia femmina possa piacere il calcio”.

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