Di seguito l’intervista integrale al Presidente del Vicenza Calcio Femminile, Andrea Acerbi, in carica dal 2010.

 

Nome e cognome:

Andrea Acerbi

 

Età:

50

 

Professione:

impiegato in una società di leasing

 

Figli:

Carlotta, 10 anni

 

Sport praticato:

Prima dell’infortunio al ginocchio, calcio e pallacanestro a livello amatoriale

 

Sport preferito:

Calcio dilettantistico

 

Da quanti anni sei il Presidente del Vicenza Calcio Femminile?

Dal 2010, dopo la fusione fra la Valbruna Vicenza (sorto nel 1989), da cui provengo, e il Vicenza Calcio Femminile (nato nel 1994).

 

Cosa ti ha fatto avvicinare al calcio femminile?

Una scommessa. Alcuni amici ci dicevano che non ce l’avremmo mai fatta a metter su una squadra di calcio femminile per fare un’amichevole in occasione di una sagra in Patronato San Giuseppe a Vicenza. In quell’occasione le ragazze si sono divertite e da lì… è nato tutto.

 

Cosa deve avere un allenatore per “conquistarti”?

Al di là delle capacità tecniche, una grande umiltà e capacità di relazionarsi con il mondo femminile, perché non è così semplice. Anche se poi la soddisfazione è doppia, perché le ragazze dimostrano un attaccamento maggiore alla società, al mister e alla squadra rispetto ai “colleghi” maschi.

 

E una giocatrice?

Indubbiamente oltre all’abilità di gioco, deve essere in grado di fare squadra e trascinare le compagne verso il risultato migliore per tutti.

 

Tre aggettivi per descrivere la Vostra società…?

Corretta, perché non amiamo i sotterfugi che altre società escogitano nel portare via le ragazze; organizzata, perché, seppur basando tutto sul volontariato, cerchiamo di darci l’un l’altro dei compiti ben precisi; ambiziosa, nel senso che vorremmo ritornare a disputare il campionato nazionale.

 

Cosa fa la vostra società che le altre non fanno per permettere ad una ragazza di portare avanti questa passione?

Crediamo fortemente nel settore giovanile e ci impegniamo con dedizione e cura a farlo crescere, anche considerato che nel territorio non è molto presente. Ci rendiamo conto che dobbiamo affrontare tanti costi ma questo ci permette di dire che abbiamo una Primavera, le Esordienti e le Giovanissime del Calcio a 5, e non è da tutti, nemmeno su base nazionale.

 

Qual è il vostro obiettivo stagionale?

Cercare di essere promossi in serie B. non è semplice perché ci sono molte squadre forti a livello regionale, ma ad oggi ci siamo posizionati bene in classifica. Speriamo di restare tra le prime tre per poi ambire ad altre mete.

 

E quello futuro?

Disputare un campionato nazionale in serie B. Ovvio che dovremo farci due conti visto che si tratta di campionati costosi, ma se gli sponsor ce lo consentiranno….

 

Da sempre in Italia lo sport femminile per eccellenza è la pallavolo, con più del 70% di tesserate donne, mentre il calcio femminile è limitato a circa il 2% del totale di tesserati F.I.G.C. Cosa ne pensi?

È un dato di fatto che gli sport che si svolgono in una palestra a livello femminile sono visti meglio, dai genitori in primis. Chi gioca a calcio deve avere una grande passione, e spesso si tratta di ragazze che si avvicinano a questo mondo fin da piccole, anche contro la volontà di mamma e papà. Poi si sa che sono poche le squadre presenti sul territorio e spesso le ragazze devono percorrere anche 30/40 chilometri per raggiungere il luogo di allenamento. Da questo punto di vista c’è molta differenza rispetto ad altri paesi Europei dove le ragazze iniziano a giocare a calcio fin dalla scuola.

 

Secondo te quale è il problema più grande di questo sport, quello che affronteresti per primo a livello nazionale?

Introdurre il calcio femminile nelle scuole, con il POFT ad esempio. Purtroppo non è sempre così ben visto e si fatica a farlo praticare in palestra, necessitando di spazi più ampi e generando non pochi problemi a livello assicurativo.

 

Quali sono, invece, i più grandi ostacoli nel territorio?

Continuano a rimanere grandi differenze di trattamento rispetto al calcio maschile, fermo restando che questo ha una sua storia di tutto rispetto alle spalle. Certo che se guardiamo alle cifre, il Vicenza Calcio Femminile ha quasi 90 tesserate, ed è un buon numero, ma paragonato ai 200 tesserati di media di una squadra maschile… Per questo tutto quello che abbiamo ottenuto ce lo siamo dovuti sudare.

 

Perché un appassionato di calcio dovrebbe venire a vedere la Vostra squadra?

Il calcio femminile non ha nulla da invidiare a quello maschile. Sicuramente ci sono delle differenze a livello muscolare e per quanto riguarda la velocità di gioco, dovute alla diversa costituzione tra maschi e femmine. Ma abbiamo visto che quando un nuovo spettatore viene a vedere le nostre partite, magari spinto da curiosità, poi rimane e si appassiona, perché si lascia coinvolgere si a dal gioco che dall’ambiente.

 

E perché una giocatrice dovrebbe entrare nella Vostra società?

Perché ci teniamo molto che una ragazza impari prima di tutto a rispettare le regole al fine di una reciproca convivenza. Forse all’inizio non è una cosa facile da capire, ma va tutto a beneficio della squadra oltre che delle ragazze stesse.

 

Se avessi la bacchetta magica…?

(Sorride) Ci piacerebbe un campo in sintetico da gestire senza fare salti mortali, ci piacerebbe installare pannelli fotovoltaici per rendere la nostra struttura eco compatibile e autonoma dal punto di vista del riscaldamento,… I sogni sono tanti. Ci servirebbero più sponsor e soldi per realizzarli tutti. Speriamo nel futuro… perché crediamo fortemente in quello che facciamo.

logo Vicenza Calcio Femminile

REGISTRATI!

Ti aggiorneremo con novità riguardanti il Vicenza Calcio Femminile che potrebbero interessarti.

Consenso trattamento dati

Ti sei iscritto con successo!