Da tre anni vestono la maglia biancorossa, a settembre frequenteranno la classe quinta dell’Istituto Fogazzaro, indirizzo Scienze Umane e sono nate entrambe il 15 maggio 1997: sono Silvia e Roberta Pomi, le due sorelle gemelle che militano nel Vicenza Calcio Femminile.

“In quale ruolo giochi?”
Silvia: Ala destra
Roberta: Terzino sinistro

“Perché hai scelto proprio questo sport?”
Silvia: Abbiamo sempre giocato a calcio con i nostri amici fin da piccole. Appena i nostri genitori ci hanno permesso di provare in una vera squadra abbiamo colto l’occasione.
Roberta: Mi è sempre piaciuto. Da piccola ci giocavo spesso al parco e lo seguivo in tv. Era ed è il mio sport preferito.

“Cosa dicono i tuoi amici di questa tua passione?”
Silvia: Appena lo sanno rimangono un po’ increduli.
Roberta: Si stupiscono e ricorrono ai soliti pregiudizi “Quante lesbiche ci sono?” oppure fanno le domande più assurde “Giocate in 11? Le porte e il campo sono delle stesse dimensioni di quelle del calcio maschile?”

“Un tuo pregio e un tuo difetto?”
Silvia: Generosa e testarda.
Roberta: Sono pigra ma so ascoltare le persone.

“E di tua sorella?”
Silvia: Socievole e testarda.
Roberta: Generosa e testarda.

“In cosa siete uguali?”
Silvia: Nel difetto…!
Roberta: Dicono nell’aspetto ma credo che abbiamo molte dìfferenze. Abbiamo gusti simili visto che siamo cresciute assieme: stesso sport, stessa scuola,…

“E in cosa siete diverse?”
Silvia: Praticamente in tutto! A partire dal carattere.
Roberta: Abbiamo due caratteri diversi, spesso contrapposti.

“Colore preferito?”
Silvia: Verde
Roberta: Rosso e blu.

“Film preferito?”
Silvia: Mi piacciono i film d’azione.
Roberta: Herbie, il maggiolino tutto matto. Ma anche Io e Marley, uno dei pochi film che mi ha fatto quasi piangere.

“Cosa ne pensi delle calciatrici rispetto ai calciatori?”
Silvia: In Italia, purtroppo, rispetto ad altri paesi il calcio femminile è davvero poco considerato. Questo può essere uno svantaggio per noi, e non da poco, però ce lo fa apprezzare ancora di più perché noi donne non lo pratichiamo per soldi o notorietà ma solo per passione.
Roberta: Penso che siano da stimare perché praticano uno sport verso il quale la gente è piena di pregiudizi e in Italia poco valorizzato. Basta pensare alle giocatrici di serie A che si devono allenare tutti i giorni, quasi nessuno le segue e in più per vivere devono anche lavorare… È un calcio diverso da quello maschile e non a tutti piace, ma merita rispetto perché è praticato da ragazze e donne che giocano soprattutto per passione.

 

ph. Alberto Pomi

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