“Nel calcio come nella vita bisogna avere passione e serietà” parola di Adriano Bardin, numero uno e allenatore dei portieri del Lanerossi Vicenza ai tempi d’oro “Sono contento che Bianca sia arrivata a Vicenza. So che ha carattere e grinta da vendere. Le auguro di crescere come giocatrice e come persona mettendo in tutto quello che farà impegno e passione”.
Classe 2000 e originaria di Schio, Bianca Bardin, che a settembre frequenterà la terza liceo scientific, gioca a calcio dall’età di 8 anni, prima nello Schio Femminile e poi nel Concordia “Sono molto orgogliosa di essere la nipote di Adriano Bardin, visto che è stato un grande uomo e atleta. Forse a volte devo dimostrare che non sono lì solo per il nome, ma almeno mi sprona a fare sempre meglio”.

Ti ha trasmesso lui la passione per il calcio?
“All’inizio era un po’ scettico sul calcio femminile. Ero la sua unica nipote femmina e non conosceva per niente l’ambiente. Adesso è contento e mi accompagna ovunque”.

Cosa ti piaceva di lui come giocatore?
“Passione e serietà”.

E come nonno?
“Semplicità, disponibilità, molto affetto”.

Che emozioni ti da’ il calcio?
“Dipende dalla situazione: a volte sono tesa, altre volte sciolta, soddisfatta se sto giocando bene, mi sento in colpa se gioco male…
Poi ovviamente mi diverto sempre e indiscutibilmente”.

Qual è il ruolo che senti più tuo?
“Centrocampista centrale: posso partecipare sempre all’azione, sia in fase difensiva che offensiva”.

Cosa vorresti fare da grande?
“Vorrei studiare medicina, specializzandomi in chirurgia. E ovviamente continuare a giocare, visto che da quando ho provato non ho più voluto smettere”.

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